Scrittore serbo. Scrisse racconti di matrice tardo
romantica, riuniti nella raccolta
Racconti di Boškovic (1924) e
romanzi nei quali descrisse la società belgradese del primo Novecento, in
particolare soffermandosi sulla crisi di ideali seguita alla prima guerra
mondiale. Ai giovanili
La tregenda (1925) e
Due imperi (1928) fece
seguito
Campo falciato (1934), considerato il suo capolavoro e uno dei
frutti migliori della narrativa serba del primo dopoguerra (Stitar 1903 -
Belgrado 1934).